Documento del Senato Accademico dell’Università di Padova approvato il 27/7/2010

Questo Senato Accademico ha approvato nelle sedute del 7/6/2010 e del 5/7/2010 documenti che esprimono in modo netto e inequivocabile la posizione del nostro Ateneo in relazione al DDL 1905 e alla più generale situazione di grave sofferenza delle università italiane. I documenti individuano tra i principali elementi di critica al Governo il taglio lineare dei finanziamenti, la negazione di una reale autonomia derivante dalla drammatica situazione finanziaria e dall’impianto rigidamente centralistico dei provvedimenti; la mancanza di un progetto credibile su materie cardine quali: il diritto allo studio, l’accesso dei giovani alla carriera accademica ed al sistema della ricerca, lo sviluppo futuro (ma anche il solo mantenimento) della docenza universitaria. È decisamente immotivato e incomprensibile l’atteggiamento apertamente punitivo assunto nei riguardi dei ricercatori universitari che hanno, fino ad ora, consentito di mantenere ed elevare la qualità della didattica e che aspirano legittimamente a progredire nella carriera accademica sottoponendosi ad una rigorosa valutazione del merito. A dispetto dei ripetuti proclami sull’importanza della valutazione come cardine per distribuire le risorse, la situazione sopra indicata non consente agli atenei di programmare in alcun modo lo sviluppo del personale e delle strutture e di essere valutati per la qualità dei risultati conseguiti. Ciò è particolarmente penalizzante per il nostro Ateneo, che si è contraddistinto negli anni recenti per capacità programmatoria e per un uso attento e responsabile delle risorse, pur senza ottenerne adeguato riconoscimento se non nelle graduatorie degli analisti e dei valutatori, alle quali però nulla è seguito.

Il Magnifico Rettore ha più volte e a più livelli rappresentato il profondo malessere dell’Università di Padova ottenendo, purtroppo, ben poco in termini di impegni. Le nostre recenti prese di posizione pongono la nostra Università in prima fila nella critica ai provvedimenti governativi e nella richiesta di interventi selettivi e mirati, che trasformino la massima razionalizzazione dei finanziamenti in un’opportunità di riqualificazione e di rilancio strategico della formazione e della ricerca universitaria nel nostro Paese.

Sul piano delle critiche e delle proteste nei confronti di tali provvedimenti l’Ateneo è coeso e unanime in tutte le sue componenti. Anche la volontà di tradurre questo disagio in atti concreti è pienamente condivisa a tutti i livelli. Né sono mancate proposte in positivo, come ad esempio la richiesta dello scorporo delle questioni relative ai ricercatori – stato giuridico e stanziamenti straordinari per concorsi a professore associato – dal complesso del DDL. Sulle altre forme possibili di espressione della protesta si registrano tuttavia in Ateneo propensioni e punti di vista differenziati, che possono dipendere, in larga misura, dalla diversa valutazione sulla loro efficacia e sulla possibilità di produrre risultati positivi a breve, oltre che dalla valutazione del giusto equilibrio che va mantenuto tra le forme della protesta e l’impegno a garantire, per quanto possibile, un’offerta didattica di qualità agli studenti e alle loro famiglie. Da ultimo, ad aggravare ulteriormente il quadro, si sono aggiunti i provvedimenti discriminatori e punitivi contenuti nella finanziaria sul blocco degli adeguamenti salariali per i docenti universitari.

Le Facoltà hanno preso posizione sia sui temi generali dei provvedimenti legislativi e dello stato di crisi in cui costringono l’università che sulle materie di loro più diretta competenza relative all’offerta didattica. Su quest’ultimo punto si registrano posizioni differenziate derivanti più dalle loro specificità che da diverse valutazioni sulla gravità della situazione e sui rischi per il futuro.

Nel suo complesso l’Ateneo conferma in modo convinto il mantenimento dei termini per le procedure di pre-immatricolazione e per i test di ammissione con una motivazione di fondo. La convinzione che in caso di slittamento sine-die del termine per le pre-immatricolazioni si arrecherebbe un grave danno agli studenti e alle famiglie avvalorando l’immagine indiscriminatamente negativa dell’università artatamente accreditata nei media. Sarebbe infine impedito il lavoro, non facile e non breve, di costruzione delle alleanze di cui nella nostra protesta abbiamo vitale bisogno.

È ben chiaro che l’apertura delle pre-immatricolazioni comporta un’assunzione di responsabilità verso l’apertura dei corsi rispetto alla quale non abbiamo oggi assoluta certezza dei modi con cui farvi fronte, ma tale decisione intende essere anche un segnale del fatto che l’Ateneo è impegnato a fare tutti gli sforzi possibili per evitare disagi agli studenti e alle famiglie. Questa considerazione induce preoccupazione circa la scelta operata dalla Facoltà di Ingegneria. Il Senato Accademico rispetta la scelta autonoma della Facoltà di Ingegneria di richiedere la sospensione temporanea delle pre-immatricolazioni e dei test di accesso e ne apprezza le motivazioni, ma è certo che il senso di responsabilità della Facoltà stessa non vorrà provocare danni gravi alle famiglie e agli studenti, ma anche, in definitiva, un grave pregiudizio alla stessa Facoltà. Perciò posticipa l’apertura delle pre-immatricolazioni per la Facoltà, che comunque dovranno essere aperte in data non successiva al 9 agosto e conferma per il 1° settembre lo svolgimento delle prove di ammissione e accertamento obbligatorio per la Facoltà di Ingegneria.

L’unità dell’Ateneo è un fondamentale valore che va preservato soprattutto nei momenti più difficili. Non possiamo illuderci che possano bastare azioni pur clamorose ma circoscritte e momentanee. Sono anni di incomprensioni, di incuria e di scelte irresponsabili dei decisori politici, ma anche di scelte poco lungimiranti e di comportamenti qualche volta decisamente censurabili da parte delle università che ci hanno condotto a questa situazione. La nostra Università può ben rivendicare il merito di aver efficacemente opposto un argine ai quei fenomeni e di aver anzi operato in più occasioni scelte coraggiose. Si tratta di impegnarci tutti perché questo sia spiegato chiaramente ai politici, ai responsabili dell’economia e alla cittadinanza accettando e anzi stimolando occasioni di confronto. L’avvio del prossimo anno accademico sarà certamente l’occasione migliore ma dobbiamo tutti essere convinti che non potrà essere che l’inizio di una azione lunga che ci deve vedere impegnati tutti nella convinzione che essere uniti è premessa assolutamente indispensabile per raggiungere qualsiasi risultato.

Consapevole di dover raccogliere efficacemente la volontà di protesta espressa dall’intero Ateneo contro il concreto rischio di definitivo collasso dell’istituzione universitaria, il S. A. delibera sin d’ora un pacchetto di iniziative e di momenti pubblici di mobilitazione con il duplice obiettivo di rafforzare l’unità e la coesione dell’Università di Padova contro provvedimenti penalizzanti e iniqui e di aggregare istituzioni e cittadini nella condivisione delle ragioni dell’agitazione a salvaguardia del ruolo strategico dell’università pubblica nello sviluppo culturale, economico e sociale del nostro Paese.

  1. Invio dell’Appello per l’Università consegnato dal Rettore alla stampa il 19 luglio 2010 a tutti gli studenti dell’Ateneo per sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie;
  2. Richiesta al Sindaco di Padova, al Presidente della Provincia e al Presidente della Regione di creare un tavolo Università / Istituzioni locali per coinvolgere città e territorio nella protesta e nelle proposte dell’Ateneo;
  3. Programma articolato di iniziative per il mese di settembre:
    a)Incontro di S.A., C.d.A. in seduta comune con i parlamentari veneti e rappresentanti della Regione Veneto;
    b)Open-day d’Ateneo per spiegare a cittadini e opinione pubblica i motivi dell’agitazione nei giorni 1 settembre, 15 settembre, 30 settembre;
    c)Organizzazione in una di queste giornate di un convegno al massimo livello di rappresentatività sul rapporto università-innovazione-ricerca-sviluppo.
    d)30 settembre: corteo di tutti i docenti e tecnici amministrativi dell’Ateneo con partenza dai Dipartimenti e arrivo al Bo;
  4. Rinvio dell’inizio dell’a.a. dall’1 al 7 ottobre 2010;
  5. A partire dall’8 ottobre e fino al 13 ottobre illustrazione agli studenti nel corso delle lezioni delle ragioni della protesta con un documento che riassume le posizioni assunte dall’Ateneo.