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L’Università fa la differenza: a Roma la II assemblea nazionale della rete 29 Aprile

La Rete 29 Aprile – Ricercatori per un’università pubblica, libera e aperta, convoca per il giorno 17 settembre (ore 10.30, presso l’aula La Ginestra della facoltà di Chimica nella città universitaria della Sapienza di Roma) la sua seconda assemblea nazionale, aperta a tutti i ricercatori universitari degli atenei italiani, oltre che ai ricercatori non ancora strutturati, ai ricercatori degli enti pubblici di ricerca e a tutti coloro – quale che sia il loro ruolo o la loro funzione nell’Università – che hanno a cuore l’Università libera, pubblica e aperta.

Dopo la prima assemblea del 29 aprile 2010, la R29A intende fare il punto sulla estensione della protesta nei diversi atenei, valutando anche ulteriori iniziative per l’autunno che, a causa dell’iter parlamentare del controverso disegno di legge c.d. “Gelmini” e nella permanenza della drammatica situazione finanziaria degli Atenei (che non saranno neppure più in grado di pagare gli stipendi), si preannuncia senz’altro caldo.

Tramite la R29A, i ricercatori hanno accompagnato la protesta con una serie di riflessioni su punti di forza e manchevolezze del sistema universitario, avanzando proposte tese a concretizzare l’enorme potenziale di sviluppo che esso racchiude (http://www.rete29aprile.it/info/unidea-di-universita.html). Proposte che sono state favorevolmente riprese dal Capo dello Stato in una lettera alla Rete, e da lui inoltrate al Ministro Gelmini, (http://www.rete29aprile.it/comunicati-stampa/dalla-homepage-del-quirinale.html) con l’auspicio di un “costruttivo confronto che guardi al merito delle questioni e all’interesse di lungo periodo del nostro Paese”, per realizzare in modo condiviso la necessaria riforma universitaria.

Attraverso la Rete i ricercatori di 33 atenei italiani chiedono:
– di istituire un ruolo unico dei professori universitari che garantisca indipendenza e autonomia di didattica e ricerca, e sostituisca la attuale pletora di posizioni funzionali previste nel lontano 1980 e mai pienamente implementate;
– un contratto unico pre-ruolo che sia realmente in grado di garantire un rapido accesso ai ruoli docenti, invece degli assegni di ricerca e dei contratti triennali che estendono la durata della gavetta pre-ruolo oltre i dieci anni, di fatto istituzionalizzando il precariato nell’Università;
– finanziamenti adeguati per didattica e ricerca e garanzie riguardo ad autonomia e democrazia negli organi di governo degli atenei, ridotte praticamente a zero dal progetto ministeriale;
– equità rispetto alle modalità di pensionamento dei ricercatori universitari, da equiparare – anche in considerazione del ruolo pressoché identico svolto nei fatti sino ad oggi – a quelle previste per i professori;
– un impegno ad assicurare il diritto allo studio, la mobilità studentesca, strutture e infrastrutture al livello dei migliori Paesi europei.

Purtroppo fino ad oggi l’autorevole auspicio del Presidente della Repubblica non è stato raccolto; nessuna iniziativa è stata presa per avviare un confronto e per ascoltare la voce dei ricercatori che oltre alla loro attività di ricerca impartiscono da anni quasi la metà della didattica nelle Università italiane;
Mancando a oggi riscontri a queste proposte, rimangono immutate le ragioni della protesta, che continua con la modalità fino a oggi espressa: l’indisponibilità alla didattica frontale da parte dei ricercatori, svolta fino ad oggi su base volontaria e quasi sempre a titolo gratuito.

Con l’Assemblea nazionale del 17 settembre la Rete29Aprile:

INTENDE

richiamare e mobilitare tutte le componenti dell’Università ad un comune contrasto di norme sbagliate
e controproducenti, che appaiono studiate più per infliggere un colpo di grazia all’Università pubblica, che per combatterne le molte e gravi storture. In particolare la Rete29Aprile intende esplicitamente rivolgere questo invito agli studenti, che sono la ragione prima del sistema universitario.

INVIA

un forte richiamo al Governo del Paese ed a tutte le componenti del Parlamento affinché si dia realmente seguito alle parole-chiave espresse pubblicamente (lotta alle baronie, merito, responsabilità, valutazione, valorizzazione dei giovani), anziché contraddirle sistematicamente come avviene nell’attuale disegno di legge di riforma.

RIVENDICA
con orgoglio l’alto servizio per la comunità svolto dalla ricerca pubblica e dall’istituzione universitaria che, anziché essere continuamente denigrata, depauperata, svilita, può e deve essere messa in condizione di offrire la sua fondamentale produzione di conoscenza al servizio del progresso della società italiana ed europea.

R29A