La Rete29Aprile riafferma l’indisponibilità alla didattica, anche per il II semestre, come lo strumento principale per conseguire l’obiettivo di una Università Pubblica, Libera e Aperta e per mettere in evidenza i limiti di una legislazione che fa leva ancora oggi, per il funzionamento degli atenei, sul volontariato della maggior parte dei componenti.

Nella fase attuale i primi passaggi concreti, con i quali occorre misurarsi in ogni Ateneo, sono legati prima di tutto al processo di prima applicazione delle norme contenute nella legge 240/10 (Legge Gelmini), e in particolare:

  • le riforme degli statuti, nel senso di una partecipazione democratica, paritaria ed elettiva agli organi di governo, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione (CdA), e alle commissioni di Ateneo, ivi compresa la commissione di disciplina;
  • la garanzia di un processo trasparente e condiviso per la revisione degli statuti stessi;
  • l’affermazione del Senato Accademico come l’organo di indirizzo e programmazione delle attività didattiche e di ricerca, il cui parere dovrà essere vincolante per le relative decisioni del CdA;
  • la limitazione al minimo previsto dalla legge del numero di consiglieri “esterni” per il CdA;
  • la partecipazione democratica all’elezione del Rettore di tutte le componenti universitarie, e in particolare la partecipazione a pieno titolo di tutti i Ricercatori.

Una commissione è incaricata di mettere a punto questi ed altri elementi allo scopo di formulare, in tempi rapidi, una proposta che compendi i contenuti ritenuti prioritari dalla Rete29Aprile.

Una simile condivisione democratica e paritaria sarà necessaria anche per il processo di redazione dei regolamenti di Ateneo e per gli adeguamenti collegati all’applicazione del DM17.

La Rete riafferma la volontà di essere presente nel percorso di definizione dei decreti attuativi, per contribuire a massimizzarne la trasparenza e per avanzare le proprie istanze. A questo scopo, ribadendo la disponibilità al confronto costruttivo, sarà formulata una conseguente richiesta al Ministro.

La Rete ritiene che il processo di depauperamento qualitativo e quantitativo dell’Università statale italiana, realizzato di fatto con strumenti come il DM17, che condurrà ad un progressivo taglio dell’offerta formativa, sia irragionevole e gravemente lesivo della funzione di alta formazione svolta dalle Università.

Per questi motivi domanda all’intero sistema universitario di denunciare con forza tale processo, chiedendone una completa revisione, piuttosto che affrettarsi ad anticiparne gli esiti. Suggerisce altresì che si operi in tutte le sedi e nei processi di attuazione della legge 240/10 per l’affermazione del ruolo dell’Università e della ricerca pubblica, della sua autonomia e dell’organizzazione democratica delle strutture e degli organismi accademici.

La Rete29Aprile ritiene inaccettabile che i vertici di alcuni Atenei italiani utilizzino questi strumenti attuativi e programmatori, oggi all’ordine del giorno, come forma di pressione o di ricatto nei confronti di coloro che sono mobilitati a favore dell’Università Pubblica, Libera e Aperta.

A tutte le componenti universitarie rivolge un appello per un impegno comune per l’Università statale, per far sentire alta la voce di coloro che lavorano per questa Istituzione e ne vogliono riaffermare dignità e prestigio.

La Rete29Aprile annuncia l’organizzazione di un’assemblea nazionale che si terrà tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo.

te29Aprile riafferma l’indisponibilità alla didattica, anche per il II semestre, come lo strumento principale per conseguire l’obiettivo di una Università Pubblica, Libera e Aperta e mettere in evidenza i limiti di una legislazione che fa leva ancora oggi, per il funzionamento degli atenei, sul volontariato della maggior parte dei componenti.

Nella fase attuale i primi passaggi concreti, con i quali occorre misurarsi in ogni ateneo, sono legati prima di tutto al processo di prima applicazione delle norme contenute nella legge 240/10 (Legge Gelmini), e in particolare:

          le riforme degli statuti, nel senso di una partecipazione democratica, paritaria ed elettiva agli organi di governo, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione (CdA), e alle commissioni di ateneo, ivi compresa la commissione di disciplina;

          la garanzia di un processo trasparente e condiviso per la revisione degli statuti stessi;

          l’affermazione del Senato Accademico come l’organo di indirizzo e programmazione delle attività didattiche e di ricerca, il cui parere dovrà essere vincolante per le relative decisioni del CdA;

          la limitazione al minimo previsto dalla legge del numero di consiglieri “esterni” per il CdA;

          la partecipazione democratica all’elezione del rettore di tutte le componenti universitarie, e in particolare la partecipazione a pieno titolo di tutti i ricercatori.

 

Una commissione è incaricata di mettere a punto questi ed altri elementi allo scopo di formulare, in tempi rapidi, una proposta che compendi i contenuti ritenuti prioritari dalla Rete29Aprile.

 

Una simile condivisione democratica e paritaria sarà necessaria anche per il processo di redazione dei regolamenti di ateneo e per gli adeguamenti collegati all’applicazione del DM17.

 

La Rete riafferma la volontà di essere presente nel percorso di definizione dei decreti attuativi, per contribuire a massimizzarne la trasparenza e per avanzare le proprie istanze. A questo scopo, ribadendo la disponibilità al confronto costruttivo, sarà formulata una conseguente richiesta al Ministro.

 

La Rete ritiene che il processo di depauperamento qualitativo e quantitativo dell’Università statale italiana, realizzato di fatto con strumenti come il DM17, che condurrà ad un progressivo taglio dell’offerta formativa, sia irragionevole e gravemente lesivo della funzione di alta formazione svolta dalle università.

 

Per questi motivi domanda all’intero sistema universitario di denunciare con forza tale processo, chiedendone una completa revisione, piuttosto che affrettarsi ad anticiparne gli esiti. Suggerisce altresì che si operi in tutte le sedi e nei processi di attuazione della legge 240/10 per l’affermazione del ruolo dell’università e della ricerca pubblica, della sua autonomia e dell’organizzazione democratica delle strutture e degli organismi accademici.     

 

La Rete29Aprile ritiene inaccettabile che i vertici di alcuni atenei italiani utilizzino questi strumenti attuativi e programmatori, oggi all’ordine del giorno, come forma di pressione o di ricatto nei confronti di coloro che sono mobilitati a favore dell’Università 

La Rete29Aprile riafferma l’indisponibilità alla didattica, anche per il II semestre, come lo strumento principale per conseguire l’obiettivo di una Università Pubblica, Libera e Aperta e mettere in evidenza i limiti di una legislazione che fa leva ancora oggi, per il funzionamento degli atenei, sul volontariato della maggior parte dei componenti.

Nella fase attuale i primi passaggi concreti, con i quali occorre misurarsi in ogni ateneo, sono legati prima di tutto al processo di prima applicazione delle norme contenute nella legge 240/10 (Legge Gelmini), e in particolare:

–          le riforme degli statuti, nel senso di una partecipazione democratica, paritaria ed elettiva agli organi di governo, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione (CdA), e alle commissioni di ateneo, ivi compresa la commissione di disciplina;

–          la garanzia di un processo trasparente e condiviso per la revisione degli statuti stessi;

–          l’affermazione del Senato Accademico come l’organo di indirizzo e programmazione delle attività didattiche e di ricerca, il cui parere dovrà essere vincolante per le relative decisioni del CdA;

–          la limitazione al minimo previsto dalla legge del numero di consiglieri “esterni” per il CdA;

–          la partecipazione democratica all’elezione del rettore di tutte le componenti universitarie, e in particolare la partecipazione a pieno titolo di tutti i ricercatori.

Una commissione è incaricata di mettere a punto questi ed altri elementi allo scopo di formulare, in tempi rapidi, una proposta che compendi i contenuti ritenuti prioritari dalla Rete29Aprile.

Una simile condivisione democratica e paritaria sarà necessaria anche per il processo di redazione dei regolamenti di ateneo e per gli adeguamenti collegati all’applicazione del DM17.

La Rete riafferma la volontà di essere presente nel percorso di definizione dei decreti attuativi, per contribuire a massimizzarne la trasparenza e per avanzare le proprie istanze. A questo scopo, ribadendo la disponibilità al confronto costruttivo, sarà formulata una conseguente richiesta al Ministro.

La Rete ritiene che il processo di depauperamento qualitativo e quantitativo dell’Università statale italiana, realizzato di fatto con strumenti come il DM17, che condurrà ad un progressivo taglio dell’offerta formativa, sia irragionevole e gravemente lesivo della funzione di alta formazione svolta dalle università.

Per questi motivi domanda all’intero sistema universitario di denunciare con forza tale processo, chiedendone una completa revisione, piuttosto che affrettarsi ad anticiparne gli esiti. Suggerisce altresì che si operi in tutte le sedi e nei processi di attuazione della legge 240/10 per l’affermazione del ruolo dell’università e della ricerca pubblica, della sua autonomia e dell’organizzazione democratica delle strutture e degli organismi accademici.

La Rete29Aprile ritiene inaccettabile che i vertici di alcuni atenei italiani utilizzino questi strumenti attuativi e programmatori, oggi all’ordine del giorno, come forma di pressione o di ricatto nei confronti di coloro che sono mobilitati a favore dell’Università Pubblica, Libera e Aperta.

A tutte le componenti universitarie rivolge un appello per un impegno comune per l’università statale, per far sentire alta la voce di coloro che lavorano per questa istituzione e ne vogliono riaffermare dignità e prestigio.

La Rete29Aprile annuncia l’organizzazione di un’assemblea nazionale che si terrà tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo.

Pubblica, Libera e Aperta.

 

A tutte le componenti universitarie rivolge un appello per un impegno comune per l’università statale, per far sentire alta la voce di coloro che lavorano per questa istituzione e ne vogliono riaffermare dignità e prestigio.

 

La Rete29Aprile annuncia l’organizzazione di un’assemblea nazionale che si terrà tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo.