Tutti i fiumi si incontrano al Valle!

La Rete 29 Aprile dà pieno appoggio alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo


Il 16 giugno le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, che in questi mesi si sono mobilitati per contrastare i ripetuti attacchi subiti dal mondo dell’arte e del sapere, hanno occupato il Teatro Valle, a Roma, a due passi dal Parlamento.

A partire dal 16 giugno al in questo storico teatro si sono alternate assemblee aperte sulla situazione critica della cultura in Italia. Ogni sera, artisti, attori e musicisti si sono esibiti gratuitamente non solo per denunciare i tagli e il sistema clientelare che sempre di più colpiscono le arti figurative, il cinema, il teatro e la danza, ma per sottolineare che il libero accesso alla cultura, ai saperi e alla creazione in tutte le sue forme non è un privilegio ma un diritto imprescindibile di ogni cittadino.


In quanto ricercatrici e ricercatori che da mesi si mobilitano per difendere il diritto allo studio, l’università pubblica e la ricerca come bene collettivo, diamo il nostro pieno appoggio e la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dello spettacolo.

Crediamo, infatti, che le nostre rivendicazioni siano parte di una stessa lotta, il cui cuore risiede nella necessità di cambiare un modello di cultura basato sulla demolizione sistematica delle risorse e dei beni pubblici, sulla privatizzazione del patrimonio artistico, dei teatri, dei musei, sulla dismissione dell’università pubblica, del diritto allo studio, della ricerca.


Riteniamo che l’occupazione del Teatro Valle sia particolarmente importante, e per questo le diamo la nostra piena adesione, in quanto non solo evidenzia un concetto di cultura diverso, accessibile alla collettività e finalizzato al bene di tutti, ma in quanto inaugura un modo diverso di fare cultura, a partire dalla consapevolezza che l’arte, la ricerca e la scienza non sono beni strumentali volti al privilegio di pochi, ma finalità collettive volte al dispiegamento più alto delle potenzialità di tutti: chi la cultura la fa, per passione e professione, e chi ne fruisce.