In questi giorni si stanno svolgendo eventi, storicamente inediti, che riguardano non solo la Grecia, ma l’idea di Europa nel suo complesso. Questi eventi sono intimamente correlati con concetti fondanti, tra i quali democrazia, solidarietà, partecipazione, inclusività, giustizia e non si limitano ad un solo Stato o alla sfera della finanza, riguardando invece tutti i campi della società. Quanto accade riguarda anche libertà fondamentali come quelle di insegnamento e di ricerca e mina alle fondamenta il diritto allo studio e la possibilità di un’Europa solidale basata sulla conoscenza e la ricerca. Le ricadute delle politiche di austerity sulla scuola e sull’Università, non solo in Grecia ma in tutta Europa, particolarmente in quella Mediterranea testimoniano degli errori fin qui commessi.

La R29A si schiera con decisione contro l’uso strumentale della stabilità finanziaria per affermare dottrine economiche di cui si è più volte dimostrata l’erroneità; dottrine che, per il vantaggio di pochissimi, possono minare la dignità umana e addirittura attentare alle condizioni minime di sopravvivenza della popolazione. Screditate argomentazioni tecniche vengono utilizzate da entità prive di reale rappresentatività democratica e fortemente permeabili alle lobby finanziarie non allo scopo di difendere gli interessi della popolazione europea, ma per impedire che i responsabili della crisi finanziaria paghino anche solo una quota degli enormi danni causati delle loro stesse azioni.

La R29A denuncia in particolare il tentativo di imporre alla Grecia un sistema economico nel quale lo Stato è privato di qualsiasi ruolo, e che mina un sistema universitario libero, pubblico ed aperto. Per questo, come cittadini europei, vogliamo affermare con forza che le pressioni esercitate nei confronti della Grecia non sono fatte a nostro nome ed esprimiamo solidarietà al popolazione greca per qualsiasi scelta ritenga di fare
riguardo al suo futuro. Consideriamo inammissibili le pressioni che su di loro si stanno esercitando e riteniamo che la scelta per Il NO non debba implicare la chiusura delle trattative.

La nostra Europa, quella di tutti gli universitari, dagli studenti ai ricercatori, è quella degli scambi Erasmus, delle pratiche comuni di studio, di ricerca, di vita; è quella della solidarietà, non quella della speculazione, dello smantellamento del welfare e dei servizi pubblici o delle gerarchie tra Paesi.{jcomments on}