domande

domandeIl lavoro degli universitari si caratterizza (o dovrebbe caratterizzarsi) per la consapevolezza di ciò che si fa, con  il conseguente rifiuto di accettare passivamente l’imposizione di azioni immotivate, irragionevoli o senza basi scientifiche.

Per questo, con l’intento di animare un confronto serio e costruttivo, proponiamo alcune semplici domande da porre a chi insiste affinché si partecipi alla seconda tornata VQR:

1) è vero che la prima applicazione della VQR, essendo stata impostata da un esiguo gruppo di persone nominate dal Ministro senza nessun coinvolgimento della comunità accademica, può essere considerata una sperimentazione che in quanto tale non dovrebbe, se si applicasse un metodo scientifico, essere replicata senza prima averne valutato i risultati e risolto le criticità grazie un dibattito allargato a tutti i soggetti coinvolti?

2) è vero che tra la prima VQR e la seconda cambiano sia l’arco temporale in esame che i criteri di valutazione, e che dunque le due VQR non saranno sensatamente confrontabili?

3) è vero che la VQR si basa su criteri che sono resi noti solo a posteriori? Quali comportamenti “virtuosi” può indurre una tale modalità?

4) è vero che, essendo sia i GEV che i sub-GEV parte delle aree disciplinari e dei dipartimenti per cui stileranno una “classifica” che sarà utilizzata per la distrbuzione di fondi, e che, almeno in linea di principio, GEV e sub-GEV possono influenzarne l’esito, la VQR presenta evidenti e gravi profili di conflitto di interesse?

5) è vero che, nei casi in cui si utilizzerà una sorta di “peer review”, contrariamente ai principi di salvaguardia dell’imparzialità (ad es. il double blind), i valutatori  sapranno perfettamente chi stanno valutando mentre i valutati non potranno mai sapere chi gli ha assegnato la valutazione?  Perché chi partecipa ad una commissione di concorso (in teoria molto più incisiva sulle sorti dei singoli) si assume la responsabilità del suo giudizio, mentre per la VQR ciò è escluso?

6) è vero che la VQR, per sua natura, incoraggia e premia il mainstream?

7) è vero che, nonostante sia a ciò inadatta per struttura e per ammissione della stessa ANVUR, la VQR è già stata impropriamente impiegata per la valutazione dei singoli e di alcune loro attività (es. collegi di dottorato)?

8) è vero che la VQR, per com’è configurata, scoraggia la collaborazione (nel dipartimento, nell’ateneo, tra università)?

9) è vero che, mentre per propugnarla si spende l’argomento retorico della “caccia ai comportamenti scorretti e ai fannulloni”, in questa VQR il plagio non è più sanzionato?

10) è vero che per l’individuazione degli inattivi ogni dipartimento potrebbe procedere già oggi, e che, comunque, sarebbe sufficiente l’anagrafe della ricerca, prevista ma mai compiutamente realizzata?

11) è vero che, per i settori bibliometrici, i dati utilizzati dalla VQR non sono stabili nel tempo (né ci sono basi scientifiche solide a supporto delle scelte effettuate) e che per quelli non bibliometrici le valutazioni dei lavori potrebbero cambiare a seconda dei valutatori scelti?

12) è vero che per diverse università la VQR ha comportato una spesa aggiuntiva per l’acquisizione di software (risorse sottratte, dunque, alle attività di ricerca, al reclutamento e alle dotazioni per gli studenti), nel tentativo di “prevedere” gli esiti della valutazione? E che MIUR/ANVUR hanno utilizzato inutilmente risorse per l’affiliazione ORCID, quando questo è poi stato definito dalla stessa ANVUR non obbligatorio?

13) è vero che la VQR prescinde totalmente dalle dotazioni di ricerca (e quindi dalle condizioni di partenza e dalle risorse disponibili) sulle quali si basano i singoli lavori e, a maggior ragione, le attività dei Dipartimenti?

14) è vero che la VQR viene utilizzata per assegnare o non assegnare una elevata percentuale del Fondo di Finanziamento ORDINARIO che invece, per sua natura, oltre che per coerenza con la denominazione, dovrebbe mettere in condizione le Università di far funzionare le proprie attività ORDINARIE?

15) è vero che le modalità congiunte VQR/premialità inducono un circolo vizioso in base al quale gli atenei maggiormente puniti vedono aumentare le probabilità di esserlo nella succcessiva tornata, inducendo una polarizzazione del sistema mirata a indebolire alcuni poli e relativi territori?

[Siamo realmente interessati alle risposte che daranno gli entusiasti della VQR: se volete, segnalatecele qui nei commenti o scrivendoci]