opportunità240

La legge 240/10 e le sue molte storture – da noi più volte denunciate – continuano a produrre mostri e situazioni abnormi, nel loro faticoso e dannoso processo di applicazione a tutti i livelli (dalle procedure Anvur all’ASN, dalla precarizzazione dei ruoli universitari ai sistemi di governance interni agli atenei).  

A tal proposito la Rete29aprile apprende con stupore le ultime prese di posizione del precedente rettore dell’Università di Catania, prof. Antonino Recca. R29A aveva già avuto occasione di occuparsi in modo critico di alcune sue scelte politiche e gestionali che hanno fatto di Catania, a  più riprese negli anni passati, un vero e proprio caso emblematico di ciò che stava accadendo o poteva accadere a livello nazionale (per esempio QUI e QUI).

Tra queste: l’emanazione di linee guida comportamentali in caso di provvedimenti disciplinari che impedivano a docenti e lavoratori di “riferirsi” in pubblica conversazione a procedimenti disciplinari in corso, pena il coinvolgimento immediato nello stesso procedimento (norma illiberale che suscitò una polemica nazionale: http://catania.meridionews.it/articolo/8330/unict-linee-guida-comportamentali-sospese-dietrofront-del-cda-vittoria-della-cgil/);

un uso delle azioni disciplinari contro casi che parevano di semplice critica a una gestione economicamente discutibile: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/18-luglio-2011/universita-catania-c-bucoda-30-milioni-preside-scrive-rettore-1901112821781.shtml; http://catania.meridionews.it/articolo/7350/unict-recca-sanziona-il-giurista-di-cataldo-accuse-infondate-gravissime-e-infamanti/

una politica d’attribuzione delle lauree honoris causa che vedeva premiati inquisiti o comunque persone che, almeno a nostro parere, non sembravano del tutto idonee a tale titolo secondo il comune buon senso e opportunità: (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-19/arrestato-fiumicino-francesco-bellavista-091056.shtml?uuid=AbCSPTfH&refresh_ce=1);

uno scandalo legato all’uso a fini elettorali della mailing list studentesca dell’Università di Catania (per la quale apprendiamo essere in corso un processo che ha fatto emergere, da quel che pare, fatti gravi e comportamenti a nostro avviso moralmente discutibili: http://catania.meridionews.it/articolo/10691/mailgate-una-registrazione-inchioda-recca-lex-rettore-ficimu-sta-minchiata/); 

l’approvazione di uno Statuto quanto mai gerarchico, addirittura più verticistico di quello disegnato dalla pessima Legge 240/10, e il tutto in conflitto col Ministero: http://catania.meridionews.it/articolo/6732/unict-entra-in-vigore-lo-statuto-bocciato-recca-snobba-il-parere-del-ministero/

Adesso, proprio In relazione  a quest’ultimo caso, apprendiamo che il Recca avrebbe presentato, da solo e con altri un ricorso accolto dal Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano, il quale formula la richiesta di rinnovo degli organi collegiali. In attesa che si stabilizzi il contenuto della recente sentenza del CGA, non possiamo che porre all’attenzione generale il caso catanese, e denunciare il paradosso per cui proprio da parte di chi ha creato un vulnus grave e dunque una condizione di potenziale ingovernabilità e stallo istituzionale viene oggi agitato quel vulnus, per lasciare intendere che l’attuale amministrazione sarebbe illegittima e che un rettore votato democraticamente sarebbe abusivo.

Augurandoci dunque che si possa velocemente recuperare serenità gestionale e giuridica, nell’interesse dell’Ateneo di Catania (ovvero di chi ci lavora e ci studia), riteniamo altresì che la vicenda denoti ulteriormente – oltre ai comportamenti individuali di cui ciascuno può farsi un’opinione – le molte storture della Legge 240/10; una legge che ha creato caos e controversie a ogni livello, in quanto incapace di contribuire a una reale crescita culturale e gestionale degli atenei italiani, ma che si dimostra invece utile strumento per sgretolare il sistema universitario pubblico. Una legge che, dunque, andrebbe con coraggio abolita per aprire una vera stagione di riforme e rilancio dell’Università italiana.