dipeccellenza

dipeccellenzaIl mirabolante X-Factor degli atenei è arrivato alla fine della prima stagione. I “maghi Merlino” dei tornei dipartimentali (uno degli ultimi lasciti dei geniali “Renzi boys” all’Università) hanno partorito l’ennesima classifica.

Il MIUR, che evidentemente se ne vergogna, almeno per lo sbilanciamento più visibile (quello Nord/Sud), si auto-costringe ad una “excusatio non petita”. Solo a leggerla è terribilmente imbarazzante (e infatti l’estensore materiale del tweet ministeriale, pudicamente, la stacca con qualche spazio, col buffo risultato di renderla la cosa più evidente). 

 

ludidiptweetmiurLo sbilanciamento non sarà però solo TRA atenei, ma anche NEGLI atenei. E sarà tale per cinque anni. In più, alla fine, il “doping dei poveri” influirà ovviamente sulle classifiche del giro successivo
Un provvedimento sbagliato che “concede” – come fosse un premio – quello che dovrebbe essere dovuto, ovvero le risorse minime per funzionare degnamente. Uno schiaffo dirompente all’equilibrio del sistema universitario, che si vuole sempre più diviso in serie B e serie C (la A, a quanto pare, non possiamo permettercela…). Un provvedimento che, nell’assegnare la solita coccarda di “eccellenza” a 180 dipartimenti, indirettamente – di fronte all’opinione pubblica – addita tutti gli altri come “pattume”. Un provvedimento che creerà danni di cui, come sempre, molti si accorgeranno tardi, troppo tardi. Magari qualcuno, che ha taciuto fino ad oggi confidando di ottenere la coccarda a spese degli altri, adesso qualcosa vorrà magari anche dirla. Tardi, troppo tardi. Appunto.

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