Poiché davanti a una classifica l’effetto rimozione sulle modalità della sua genesi è estremamente forte, e a tutti può capitare di dimenticare o lasciare in secondo piano come ci si è arrivati, ci pare opportuno richiamare l’attenzione su due articoli che avevamo pubblicato. Il primo risale alla (prima) chiusura dell’iter VQR: http://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/509-vqr-2011-2014-l-anvur-sconfessa-l-anvur ; il secondo segue la clamorosa (e un po’ ridicola) riapertura dei termini, due settimane dopo, quando l’ANVUR si era accorta che a causa della protesta #noVQR i dati ottenuti alla chiusura “legale” erano sostanzialmente inservibili e (si dice – ma noi non ci crediamo – su richiesta di qualcuno che era rimasto indietro… ma si può mai riaprire una partita formalmente chiusa perché qualcuno la perderebbe?) ha riaperto il data-sukhttp://www.rete29aprile.it/index.php/comunicati-stampa-menu/comunicati-r29a/511-ben-oltre-il-confine-del-ridicolo-anvur-impiega-2-settimane-a-capire-il-disastro-vqr-e-riapre-i-termini . 
Domanda ingenua: come sarebbero le classifiche VQR se si usassero solo i lavori conferiti entro la scadenza prevista?
Ora tutto sembra essere dietro la patina dell’oblio e si confrontano valutazioni di lavori conferiti entro i termini dai ricercatori, di lavori inseriti fuori termine da altri ricercatori, lavori modificati fuori termine, lavori inseriti dai Rettori o dai loro delegati scegliendo “fior da fiore”, lavori scelti da algoritmi venduti agli atenei per massimizzare l’esito… il tutto senza tenere conto dell’obbligo – che era previsto dal bando – di ORCID. In tutta evidenza, dunque, in condizioni e tempi diversi. E se si fossero rispettate le regole che la stessa ANVUR aveva dato, che “classifiche” sarebbero emerse? E avrebbero avuto un qualsivoglia senso, con così pochi dati?
Quando si riflette sulle modalità di attribuzione premiale è giusto considerare gli algoritmi artificiosi che servono ad ottenere lo scopo prefissato, ma non bisogna mai dimenticare che i dati della #VQR, per com’è stata concepita e anche realizzata, NON (NON!) sono adatti a misurare la “qualità”, perché in un qualsiasi altro paese probabilmente sarebbero stati considerati “spazzatura”, buoni forse (al massimo) per una prova del sistema. Purtroppo per fare un po’ di chiarezza (diciamo purtroppo, perché sarebbe bello se non servisse), non sarebbe male se qualche dipartimento “trombato” (lo stesso potrebbero fare i reietti del FFABR) si rivolgesse alla magistratura per capire se è legittimo assegnare ben oltre un miliardo di € su dati raccolti in modo tanto pasticciato…