L’attuale governo sostenuto dalla maggioranza M5S – Lega presenta molte caratteristiche inedite rispetto alla storia politica italiana ed è quindi difficile prevederne le intenzioni nei diversi ambiti di intervento. In particolare, il mondo accademico italiano finora non ha avuto molti indizi su quali saranno le politiche riguardo al sistema universitario. Nel “contratto di governo” siglato tra le due forze politiche i cenni riguardo all’università sono assai scarsi e molto generici, e non permettono di capire chiaramente la linea che il governo seguirà in questo settore strategico per lo sviluppo e il futuro del Paese. La nomina di un ministro di indicazione leghista, professionalmente legato al mondo della scuola, sembrava indicare che la seconda “anima” del MIUR (l’Università e la ricerca) sarebbe stata delegata al Movimento 5 Stelle; aspettativa confermata dalla nomina a sottosegretario di un docente universitario già candidato ministro durante le elezioni, il prof. Fioramonti.

Tuttavia, numerose indiscrezioni indicano come possibile la nomina del prof. Valditara quale Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, struttura ministeriale centrale del sistema universitario. Se tale nomina venisse confermata, lo scenario che sembrava essersi delineato verrebbe smentito dai fatti. Infatti, anche se può apparire un aspetto puramente tecnico-gestionale, la scelta di questo nome dà indicazioni chiarissime sulla direzione che il nuovo governo intende intraprendere.

Il professor Valditara è infatti un politico di lungo corso che dopo aver esordito con Alleanza Nazionale ed essere transitato per vari partiti del centrodestra viene presentato ora come un intellettuale vicino alla Lega di Salvini. A prescindere delle sue convinzioni politiche, quello che preoccupa sono le sue passate azioni riguardo la politica universitaria, che  forniscono indicazioni inequivocabili riguardo a quanto è lecito aspettarsi per il futuro. In qualità di senatore, infatti, il prof. Valditara fu uno dei principali architetti della legge 240/2010 che diede una accelerazione determinante alle politiche di destrutturazione e sottofinanziamento delle università negli ultimi anni. Lo abbiamo ben chiaro ricordando le interlocuzioni che ci hanno visto parte attiva. Ad esempio nel 2010 quando, nella sua figura di relatore di maggioranza del provvedimento che ha innescato la diffusa reazione di ricercatori e studenti, provammo a segnalare – purtroppo senza ottenere nessun ascolto – tutti i rischi che si sono poi puntualmente realizzati: precarietà eretta a sistema, fuga di cervelli, definanziamento, incremento del verticismo e molto altro; in poche parole, ciò che oggi tristemente evidente a tutti.

La sua scelta sarebbe quindi non solo la chiara indicazione che, nell’alleanza di governo, la Lega afferma la sua competenza sull’Università, ma soprattutto – e questo ci preoccupa di più – che intende farlo nel segno della peggiore continuità con le passate gestioni.

La Rete29Aprile, nata proprio in contrapposizione alla legge 240/2010 per promuovere lo sviluppo di un’Università Pubblica, Libera ed Aperta, non può che segnalare con grande preoccupazione la nomina del prof. Valditara. Se la linea politica che ha portato alla legge 240/2010 fosse confermata non potremo fare altro che prepararci a contrastare le politiche universitarie di questo governo che, invece del Cambiamento, mostrerebbe così di essere decisamente orientato a perseguire la via aperta dai ‘partiti tradizionali’ e a completare l’opera di distruzione del sistema universitario italiano.