La nomina di Giuseppe Valditara è stata infine ufficializzata (tra le altre fonti, ne dà notizia un post della Presidente del CNSU che avverte che Valditara parteciperà al posto del Ministro alla prossima seduta del CNSU stesso). A parte il trionfo del “vecchio” in piena retorica del “nuovo” (fu relatore della 240/10, detta “legge Gelmini”, sordo e impermeabile a ogni critica costruttiva, con i risultati che tutti conoscono), è inaccettabile che chi di fatto guiderà le Università italiane dal Ministero ritenga di veicolare “una data concezione dell’uomo e dei rapporti fra gli uomini” (http://old.giappichelli.it/stralci/3488791.pdf). Sarà interessante, ora, vedere quanti vertici degli atenei correranno prontamente e supinamente a mettersi al suo servizio per avere questo o quello e quanti, invece, contrasteranno fattivamente questa deriva. Perché le derive vanno contrastate quando si realizzano: purtroppo non basta pentirsi pubblicamente con ottant’anni di ritardo.

Come scrive il suo amico Marcello Foa (ora Presidente della RAI: interessante questo asse di occupazione della cultura, dalla TV agli Atenei) nel recensire il volume di Valditara “Sovranismo. Una speranza per la democrazia”, loro, i sovranisti, vogliono “porre le premesse di un nuovo Mondo” (http://blog.ilgiornale.it/foa/2018/06/27/diciamolo-i-sovranisti-hanno-ragione-e-gli-insulti-non-li-fermeranno/). Ora hanno in mano gli strumenti per imporlo, questo “Nuovo mondo”. Troveranno sulla loro strada (e nelle piazze) studenti, docenti e tutti coloro credono nella cultura non come clava ma come strumento di visione critica e di connessione tra esseri umani.